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Fiere ed eventi spariti, rotta sugli showroom


Fiere ed eventi spariti, rotta sugli showroom

La manager dell'azienda Katia Celli spiega la momentanea riconversione

«Situazione pesante, durissima, ma teniamo duro in attesa di una ripresa, che credo per il nostro settore ci sarà quando arriveranno i vaccini per il Covid». Sorride nonostante il momentaccio Katia Celli, general manager di Fontemaggi srl, una delle aziende top negli allestimenti temporanei: congressuali, fieristici e grandi eventi. Sessanta dipendenti, che salgono - o meglio salivano - a 200 nei momenti di punta; quasi 12 milioni di euro di fatturato nel 2019. Fiere e congressi, insieme al turismo, sono forse i settori più colpiti dalla pandemia.

Molte aziende specializzate in allestimenti fieristici - per ’passà ’a nuttata’, si riconvertono e svolgono altri tipi di servizi. «Noi viviamo di assembramenti, il mondo delle fiere – continua Celli – vive dello stare insieme e dei contatti tra le persone. Per il momento, e la previsione riguarda anche i prossimi mesi, è tutto fermo. In Germania, Paese capofila in Europa per eventi fieristici e manifestazioni del settore, è in arrivo uno stop sino al mese di giugno.

E se si ferma la Germania, si ferma un po’ tutto. In Italia l’evento più importante è il Salone del Mobile che si tiene in Fiera Milano in aprile, anche quello al momento congelato. E per noi si tratta dell’appuntamento più importante. Fare fiere sul web non ha lo stesso sapore, e la stessa valenza economica per un settore che vale un miliardo di euro l’anno come fatturato degli enti fieristici, e ben due miliardi per noi allestitori, con 560mila addetti, e l’intera filiare, dentro la quale ci sono service, stamperie digitali, montatori, catering, trasportatori, fino a fabbri ed elettricisti. E se per noi allestitori i ristori - da sempre ’gli invisibili’ dei grandi eventi - sono finalmente stati previsti, oltre il 70% della filiera dei 560mila addetti non ha codice Ateco, quindi niente ristoro».

La Fontemaggi srl resta operativa: di cosa vi occupate in questi mesi? «Abbiamo allestito noi per il Comune di Rimini la mostra su Raffaello – chiosa la manager – ora stiamo lavorando a una commessa di mobili di produzione industriale per una grossa multinazionale, tenendo operativi 20 dipendenti su 60, gli altri sono in cassa integrazione; ci stiamo attrezzando sui musei, in attesa che riaprano a gennaio, e sulle esposizioni. E partecipiamo a gare indette da case automobilistiche per rifare gli show room, lo stesso per i grandi marchi per il restyling delle loro catene di negozi». Mario Gradara


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